Secondo la tradizione il nome di Furci trae origine da “fortezza”, facendo quindi riferimento ad una struttura fortificata, presumibilmente il Torrione che ancora oggi impreziosisce la struttura urbana del borgo antico. Probabilmente il Torrione di Furci era parte di un sistema di fortificazioni più ampio che, grazie ad una serie di torri di avvistamento in comunicazione visiva diretta (segnali luminosi) o indiretta (segnali di fumo) tra di loro, garantiva protezione dagli attacchi dei nemici provenienti dalla valle. Ad uno di questi attacchi si lega la leggenda che avvolge in un alone di mistero le cosiddette Mura Saracene. Del nucleo urbano fortificato di Furci si ha una prima menzione risalente al XII secolo, quando era parte della contea di Loreto.Nel XIV secolo passò ai Grandinato, ma è in questo stesso periodo che il vicino Convento di S.Angelo in Cornacela acquisisce sempre più potere fino a diventare uno dei più importanti poli dell’attività monastica benedettina del territorio. Il Convento (oggi scomparso) sorgeva in prossimità del tratturo Centurelle-Montesecco e nella seconda metà del XIII secolo ebbe il merito di formare il giovane Beato Angelo, divenuto poi illustre teologo.
Il feudo di Furci, dopo vari passaggi, passò ai marchesi D’Avalos del Vasto, che ne furono proprietari per circa 300 anni, dalla fine del XV alla fine del XVIII secolo.
Nel borgo antico di Furci, oltre al Torrione medievale, emerge come testimonianza del suo passato anche la chiesa parrocchiale di S. Sabino, posta alla sommità del paese, da cui svetta il mestoso campanile con cupola maiolicata.
La chiesa di S. Sabino ha custodito dal 1808 fino agli anni ’70 le reliquie del Beato Angelo, prima che fossero traslate nella moderna chiesa a lui dedicata. Le reliquie giunsero a Furci da Napoli, dove le spoglie riposavano sin dalla morte del Beato avvenuta nel 1327. Altro luogo significativo legato alla vita del Beato Angelo è la Cappella edificata sul sito della casa natale del Beato. A lui sono dedicate ben tre festività, il 6 febbraio, il 17 maggio e il 13 settembre, durante le quali i furcesi onorano il Beato con l’affetto e il calore che si può nutrire per un caro compaesano.